Alias e .profile

Bash mette a disposizione due comandi interni molto interessanti: alias e unalias. Il primo dà la possibilità all'utente di rinominare un comando od uno script, mentre il secondo cancella un alias creato in questo modo.

Proviamo a digitare il comando alias. Ciò che appare a schermo potrebbe assomigliare a quanto segue:
alias d='dir'
alias dir='/usr/bin/ls $LS_OPTIONS --format=vertical'
alias emacs='emacs-21.3-no-x11'
alias halt='su -c halt'
alias la='ls -la'
alias lh='ls -lh'
alias ll='ls -l'
alias ls='/usr/bin/ls $LS_OPTIONS'
alias mc='. /usr/share/mc/bin/mc-wrapper.sh'
alias reboot='su -c reboot'
alias v='vdir'
alias vdir='/usr/bin/ls $LS_OPTIONS --format=long'

Quello che viene mostrato è la lista degli alias attivi. Attenzione che questa lista potrebbe cambiare da utente ad utente e da distribuzione a distribuzione.

Vediamo come definire nostri alias. La sintassi del comando è particolarmente semplice ed assomiglia in tutto e per tutto alla definizione di variabili d'ambiente.
alias nomeAlias='comando + opzioni'

Tuttavia bisogna porre attenzione a due dettagli. Quando si digita un comando al prompt della Bash, quest'ultima come prima cosa scandisce la lista degli alias e, se trova una corrispondenza, la esegue. Significa che se ho intrapreso una decisione del tipo alias ls='clear', ogni volta che chiedo la lista delle directory mi ritrovo lo schermo pulito.
Un secondo dettaglio è che gli alias creati in questo modo vengono persi nel momento in cui eseguiamo il logout. Risulta quindi utile salvare gli alias che vengono usati più frequentemente nel file .profile nella propria home directory. In questo modo vengono ridefiniti tutte le volte che eseguiamo il login.

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