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Principi di amministrazione di sistemi Linux

Introduzioni alle attività di amministrazione di un sistema Linux: gestione degli utenti, dei log, delle operazioni schedulate, della configurazione del networking.

Gestione degli Utenti su Linux / Unix
Autore: al - Ultimo Aggiornamento: 2004-09-20 10:27:33 - Data di creazione: 2004-09-20 10:27:33
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Unix è un sistema operativo multiuser che, oltre all'utente root, con privilegi di amministrazione, prevede utenti di sistema (usati per eseguire processi e demoni) e utenti umani che utilizzano e accedono in vario modo alla macchina.
La gestione (aggiunta, modifica, cambio password, cancellazione) degli utenti del sistema è tipicamente compito di root, che ha a disposizione su diversi sistemi Unix variegati programmi grafici o comandi testuali per queste operazioni.

I comandi più comuni e standard per gestire gli utenti sono:
useradd [opzioni] nomeutente Aggiunge un utente al sistema. Prevede varie opzioni per definire impostazioni specifiche.
userdel [opzioni] nomeutente Elimina un'utente. Su molti Unix questo comando non cancella la home directory dell'utente.
groupadd [opzioni] nomegruppo Aggiunge un gruppo.
passwd [nomeutente] Modifica la password. Tutti gli utenti, tranne root, possono cambiare solo la propria password.

Il file con l'elenco di tutti gli utenti è, su tutti i sistemi Linux, /etc/passwd, qui ci sono informazioni sulla login dell'utente, la shell utilizzata, la posizione della sua home directory, dove l'utente può liberamente scrivere dati e documenti.
In tutti i Linux moderni, la password, criptata viene scritta nel file /etc/shadow dove vengono mantenute altre informazioni relative alla gestione della stessa.

Introduzione al servizio Scheduling di crontab
Autore: pillolinux - Ultimo Aggiornamento: 2002-10-09 16:21:05 - Data di creazione: 2002-10-09 16:21:05
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Alcuni processi devono essere eseguiti a determinati orari, un determinato numero di volte. Esempi di questi possono essere i processi di backup che vengono lanciati ogni notte, oppure un analizzatore di log che deve girare ogni minuto.
Questi processi devono girare un certo numero di volte oppure in determinati giorni; il resto del tempo essi stanno fermi fino a quando un utente non interagisce con essi e li richiama (con gli appositi comandi). Qui è dove il CRON si rende utile. Vi permette di programmare (o "schedulare", come si dice in gergo) l'esecuzione di un lavoro in qualsiasi momento desideriate, ogni minuto, ogni ora, giornalmente, mensilmente.
E' un sollievo sapere che ci sono vari programmi che stanno girando senza alcun bisogno della vostra supervisione.

Le Basi
Cron può essere fatto partire da rc o da rc.local e ritorna immediatamente al prompt, sicchè non c'é bisogno di lanciarlo in background. Cron ricerca il file /etc/crontab per le voci (le cosiddette "entry") di sistema e /var/spool/cron per le voci relative agli utenti che si trovano nel file /etc/passwd. Tutte le voci ritrovate sono caricate in memoria.
Tutto ciò viene ripetuto ogni minuto appena cron "si sveglia" ed esegue diversi compiti:
a) ricerca le voci ed esegue i programmi che sono stati schedulati.
b) determina se il modtime (vale a dire la data e l'ora dell'ultima modifica) nella directory di cron è cambiato c) se il modtime nella directory cron è cambiato, cron ricerca tutti i file e ricarica i programmi che sono stati modificati.
Poiché cron cerca le modifiche ogni minuto, non è necessario farlo ripartire quando sono stati effettuati dei cambiamenti (editati) nei file nella directory cron.

Utilizzare crontab
Il "cron daemon" legge il file "crontab"; ogni utente può avere la propria versione di questo file, orientata agli specifici compiti che si vogliono eseguire. I flag associati con le applicazioni crontab specificano quando aprire crontab per avere la lista o per rimuovere e modificare compiti.
La sintassi per il programma crontab è la seguente:
crontab [-u user] file
crontab [-u user] -l -e -r

Questi parametri indicano:
-u questa opzione comunica al sistema il nome dell'utente che "possiede" il file. Se l'opzione -u è omessa, il sistema deduce per default che state usando il vostro crontab personale.
Il comando switch user (su) può confondere il crontab, così se siete nello switch "su" assicuratevi di utilizzare l'opzione -u.
-l questa opzione dice a crontab di elencare i file nello standard output, in poche parole visualizza il file.
-e questa opzione dice a crontab di editare il file. Cron usa l'editor definito dalla variabile EDITOR o da VISUAL. Se nessuna di queste variabili è definita, parte in automatico l'editor "vi". Quando si esce dall'editor, è immediamente piazzato nella locazione corretta e viene aggiornato il campo data/ora.
-r questa opzione rimuove il file crontab specificato, se nessun file viene specificato, rimuove il file crontab dell'utente.

Voci in Crontab
Solo 2 tipi di voci sono permesse nel crontab: i settaggi ambientali (Crontab Environmental settings) e i settaggi di comando (Crontab Command settings)

a) Crontab Environmental settings
I settaggi ambientali utilizzano la seguente forma:
nome = valore
Cron conosce già le diverse variabili ambientali. Per esempio, SHELL è settato a /bin/bash.
Altre variabili ambientali, come LOGNAME e HOME, sono associate al possessore del file. SHELL e HOME posso essere sovrascritte nello script, mentre non è possibile farlo con LOGNAME. Se MAILTO è definito (e non è settato a " "), tale variabile è inserita in una riga nel file crontab, e spedisce ogni messaggio generato all'utente specificato in questo campo.
La seguente riga mostra MAILTO settato ad uno specifico utente (luca): # spedisce tutti gli output all'utente *luca* (non importa chi è il proprietario di questo crontab)
MAILTO=luca

b) Crontab Command settings
I settaggi comandi usano un formato standard: ogni riga inizia con cinque campi ora/data. Se è il crontab di sistema, il campo successivo è lo username associato con la voce. Il campo seguente sarà il comando da eseguire. Il comando verrà eseguito solo quando la data e l'ora corrente coincideranno con tutti i valori dei campi time/date del crontab. Nel paragrafo succ. vi è un esempio.
I campi disponibili per la data e l'ora sono i seguenti:
Campi | Valori ammessi
----------------
minuti | 0-59
ore | 0-23
giorno | 1-31
mese | 1-12
giorno della settimana | 0-7 (0 & 7 indicano la domenica)


Questi campi possono anche contenere un asterisco (*) invece di un numero. Un asterisco indica che ogni possibile valore è ammesso.

Dettagli
La righe seguenti mostrano il /etc/crontab installato per default nella RedHat 6.2:
SHELL=/bin/bash
PATH=/sbin:/bin:/usr/sbin:/usr/bin
MAILTO=root
HOME=/

# run-parts
01 * * * * root run-parts /etc/cron.hourly
02 4 * * * root run-parts /etc/cron.daily
22 4 * * 0 root run-parts /etc/cron.weekly
42 4 1 * * root run-parts /etc/cron.monthly


Avete notato come crontab chiama i quattro diversi eventi?
Il primo è associato ad eventi orari (eseguiti nel primo minuto di ogni ora)
Il secondo è associato ad eventi giornalieri (eseguiti alle ore 4:02 di ogni giorno)
Il terzo è associato ad eventi settimanali (eseguiti alle 4:22 di ogni domenica)
L'ultimo è associato ad eventi mensili (eseguiti alle 4:42 nel primo giorno di ogni mese).

Qualcosa da ricordare:
Il sistema non va indietro e raccoglie i lavori cron, esso li esegue solo se la data e l'ora sono uguali alla voce nel file. Ad esempio se il computer è spento quando dovrebbe essere eseguito il cron, quel programma non viene più eseguito.

Permessi e divieti di accesso al servizio crontab
Ci sono due file che abilitano la root (solo la root dovrebbe avere il permesso di editare o creare questi file) per autorizzare o vietare l'utilizzo dei servizi crontab agli utenti; essi sono: /etc/cron.allow -- Questo file in genere non esiste, lo dovete creare. Ogni voce che piazzerete in questo file coprirà quella inserita in /etc/cron.deny. Se il file /etc/cron.allow esiste, solo gli utenti specificati dentro posso usufruire del servizio crontab.
/etc/cron.deny -- Questo file esiste per default. In esso, ci metterete lo username delle persone a cui vietate l'utilizzo del servizio crontab.

Syslog e i log dei sistemi Unix
Autore: al - Ultimo Aggiornamento: 2002-09-27 21:28:02 - Data di creazione: 2002-09-27 21:28:02
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Molto spesso ci si ritrova a diagnosticare problemi, capire perchè una applicazione non parte o eseguire blandi compiti di reverse engineering sul funzionamento di parti del sistema.

La prima fonte da consultare per ogni operazione di troubleshooting sono i log, file di testo che tengono traccia di errori e particolari azioni eseguite dal sistema, come il cambiamento di una password, il login di un certo utente o il messaggio di errore di una applicazione.
I log del sistema vengono generalmente scritti in directory come /var/log e var/adm o dove definito nei file di configurazione dei singoli programmi.

In quasi tutti i sistemi Unix il demone syslogd si occupa della gestione dei log tramite il file di configurazione /etc/syslog.conf.

Le recenti distribuzioni Linux utilizzano sysklogd, una versione evoluta di syslogd che gestisce anche il logging del kernel (tramite il demone klogd).
Sono inoltre disponibili versioni modificato o più sicure di syslog.

L'equivalente su Windows dei log Unix sono gli eventi.

Comandi per visualizzare il contenuto di file
Autore: al - Ultimo Aggiornamento: 2003-11-27 17:49:06 - Data di creazione: 2003-11-27 17:49:06
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Su Unix sono disponibili svariati comandi che permettono la visualizzazione del contenuto di file di testo o binari.
Fare pratica con i principali è fondamentale per la normale attività sistemistica.
Tutti questi comandi hanno svariate opzioni e possibilità di eseguire operazioni anche complesse.
In genere si suggerisce di fare pratica con le funzionalità di base ed eventualmente usare le opzioni più evolute o rare in script shell o casi particolari.

cat Visualizza il contenuto di un file di testo
tac Fa esattamente la stessa cosa di cat, ma al contrario, visualizzando per prime le utile righe di un testo.
less Visualizza il contenuto di un file testo, pagina per pagina
more Come less, ma con meno funzioni
tail Visualizza l'ultima parte di un file di testo
head Visualizza la prima parte di un file di testo
file Analizza e mostra il tipo di un file
strings Visualizza stringhe di testo all'interno di un file binario

Configurare la rete su Linux
Autore: al - Ultimo Aggiornamento: 2002-09-29 10:47:14 - Data di creazione: 2002-09-29 10:47:14
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Tipicamente la configurazione di un host in rete prevede pochi dati fondamentali: Indirizzo IP, subnet mask, default gateway e DNS server.

Esistono molteplici metodi per configurare il servizio di rete in Linux, molto di quanto viene qui riportato si applica a tutti gli Unix:
- editare i singoli file di configurazione del networking (ristartare il servizio per applicare le modifiche);
- usare comandi shell come ifconfig, route
- utilizzare strumenti di configurazione con interfaccia a finestra come netconfig, linuxconf, webmin e altri facilmente individuabili su desktop KDE o GNOME.

File di configurazione:
/etc/sysconfig/network  Contiene le principali configurazioni per il Networking: hostname, domainname, default gateway (tipico di RedHat).
/etc/sysconfig/network-script/ifcfg-XXX Directory contenente i file di configurazione delle singole interfacce (tipico di RedHat).
/etc/hosts Contiene il mapping statico fra indirizzi e hostname ed alias. Segue un esempio.
/etc/services Contiene il mapping tra i numeri di porta e i nomi dei servizi.
E' un file che solitamente non si modifica, salvo l'aggiunta di porte e protocolli custom.
/etc/host.conf Specifica l'ordine secondo il quale il sistema effettuerà la ricerca di informazioni per risolvere gli indirizzi. Usato dalla resolver library in sistemi con libc versione 5.
order hosts,bind ; specifica di usare prima /etc/hosts e poi il DNS per risolvere gli IP.
/etc/nsswitch.conf Stessa funzione di host.conf nei sistemi con libc versione 6 (glibc). In pratica è sempe meglio avere entrambi i file correttamente configurati.
/etc/resolv.conf File di configurazione del client DNS ovvero contiene gli indirizzi del server DNS e un possibile dominio dell'host e l'ordine di ricerca

Comandi comuni
Tipicamente su Linux e su Unix i comandi che bastano per configurare la rete (con privilegi da root (sono:
ifconfig [interface] [options] | address Permette di configurare le interfacce di rete dell'host. Es: ifconfig eth0 192.168.0.2 netmask 255.255.255.0 broadcast 192.168.0.255 up. NOTA: Non esiste nessun controllo sulla corrispondenza fra netmask e broadcast.
route [ opzioni ] [comando] [parametri] Permette di manipolare la tabella di routing del kernel. Es: route add -net 0.0.0.0/0 gw 192.168.0.1
/etc/init.d/network Script di avvio/stop del networking. Es: Per riavviare il subsystem rete dopo una riconfigurazione basta scrivere /etc/init.d/network restart.
ip [ opzioni ] oggetto { comando } Comando estremamente potente e flessibile disponibile a chi ha installato i tool iproute2
E' possibile associare più indirizzi ip appartenenti alla stessa rete su un'unica interfaccia, ovvero è possibile associare più Alias a interfacce di rete.

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