Usare pacchetti (rpm) per l'installazione di programmi su Linux

Per installare dei programmi su Linux esistono vari modi:
- compilare il sorgente, pratica che può essere complessa ma è utile in casi particolari;
- utilizzare pacchetti (packages) che contengono i programmi già compilati e pronti per l'uso, facilitando e standardizzando la gestione del software sul sistema.

I sistemi di package più comuni su Linux sono RPM e DEB.
I pacchetti .deb vengono usati nelle distribuzioni derivate da Debian, gli .rpm sono stati definiti da RedHat e risultano essere i più diffusi.
Slackware pacchettizza il suoi programmi con normali tar gzippati: .tgz.

Affrontiamo qui l'uso di RPM, Red Hat Package Manager, sottolineando che file .deb e, in parte, .tgz vengono gestiti con comandi diversi ma hanno una logica simile.

Un package costruito con RPM è un archivio di file e informazioni che può essere installato, rimosso, interrogato sul sistema.
RPM permette di installare programmi, già compilati, con una facilità e rapidità estrema sul proprio Linux (è paragonabile ad un unico setup.exe su Windows).
Si sottolinea che ogni distribuzione e anche ogni versione della stessa distribuzione richiede pacchetti dedicati, adatti per il proprio sistema: un RPM realizzato per RedHat 6.2, per esempio, difficilmente funzionerà su RedHat 7.2.
RPM gestisce automaticamente le "dependencies": se si prova ad installare un RPM che richiede librerie o programmi non presenti o non abbastanza aggiornati sul sistema, l'installazione fallisce e viene indicato quali file mancano.
Analogamente, se si prova a rimuovere un package che contiene file utilizzati da altri programmi, viene dato un messaggio di errore.
Gli RPM automaticamente distribuiscono i file di un pacchetto nelle directory giuste (logs in /var/log, file di configurazione in /etc/, binari in /usr/bin o /usr/sbin, script di startup in /etc/rc.d/init.d/ ecc.) e verificano la presenza di conflitti o installazioni più recenti.
La rimozione di un RPM non cancella mai nulla che non abbia installato. Se deve sostituire o cancellare un file di configurazione, per esempio, viene mantenuto il file esistente con il suffisso .rpmsave.

Le opzioni più comuni per usare il comando rpm per gestire file .rpm sono:
rpm -i [opzioni] pacchetto Installa il pacchetto .rpm specificato.
rpm -U [opzioni] pacchetto Aggiorna il pacchetto con una versione più recente.
rpm -e [opzioni] pacchetto Disinstalla il pacchetto, rimuovendone i file dal sistema.
rpm -q [opzioni] [pacchetto] Visualizza informazioni varie sul pacchetto (descrizione, file contenuti ecc.)

Le comuni distribuzioni Linux offrono svariati tool grafici per una semplice gestione dei pacchetti installati sul sistema. Di fatto questi programmi eseguono le stesse operazioni del comando rpm, ma sono più semplici ed immediate da usare.
La tendenza, sempre più diffusa, è quella di prevedere meccanismi di update automatizzato, per gestire il sempre alto numero di aggiornamenti (per sicurezza e bug fix) di programmi.
E' un principio analogo al Windows Update su sistemi Microsoft, ma si applica a tutti i programmi installati, e non solo al sistema operativo.

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